venerdì 6 febbraio 2009

"Talithà kum"

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"LA QUIETE" E L'APPRODO



Giaci.
Il silenzio, stanotte s’affanna.
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All’ultima sponda, senza viatico
liberata” d’ogni gomena.
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È l’approdo (...o naufragio?)
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Ragnatele di disamine e fiele
fra confuse e protervie certezze,
sgomentano ed assillano l’anima.

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(...“Talithà kum”, Egli disse )

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© Luciana

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."Talithà kum" sono le parole pronunciate da Gesù in lingua aramaica e riportate nei Vangeli.
Vangelo di Matteo - "La figlia di Jairo" (Mt. 5: 35-43):
35 Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". 36 Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". 37 E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38 Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. 39 Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". 40 Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. 41 Presa la mano della bambina, le disse: "Talithà kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". 42 Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare. Essi furono presi da grande stupore.
43 Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

5 commenti:

DR ha detto...

Chiaro. Eluana... Ho deciso che ne parlerò domani sul "Canto delle sirene", ma sono schifato dal comportamento dell'Italia e degli italiani in questo caso.

Ho sempre qualche pudore a entrare in diritti così personali, ma al TG ieri sera mi è parso finalmente chiaro che il padre non ne possa più dopo quasi diciotto anni. Lasciatela andare, dice, lasciatemi stare, ricomincerà una nuova vita - non piena di rimorsi, spero per lui.

Ma lasciare morire di sete e di fame la figlia! E la legge è una maglia sfondata, piena di buchi. Tanti come Pilato, altri come il popolo che chiede la libertà di Barabba... Eutanasia e suicidio assistito saranno la norma, sulla pressione di questo modernismo che ha scambiato il laicismo e lo scientismo tecnologico per una nuova religione e vi si prostra adorante.

Allora, "Talithà kum", davvero...

Censorina ha detto...

Bellissimi i tuoi versi che con pochi tratti rappresentano questa difficile situazione.
Tu sai che mio figlio è morto subito in un incidente stradale. Allora qualcuno osò dirmi:" Meglio così, pensa se restava lì". Loro non sapevano cosa vuol dire un figlio morto del tutto.
Dio abbia pietà di tutte le parole ascoltate in questi giorni. In troppi sono intervenuti in questa delicata vicenda.
Mi ha colpita la tua intuizione di avvicinare l' episodio al brano del Vamgelo. Brava.

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Paola, mi attanaglia l'empatìa del solo pensiero di quanto tu possa davvero "sentire a pelle" questa triste vicenda, rivivendo la tua diretta esperienza. In questi casi, soltanto il silenzio profondo del cuore ha diritto di parola.
Ti abbraccio, forte.

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Difficilissimo ogni commento, Daniele. Il mio traspare, evidente - e ieri ha sentito impellente il desiderio di una testimonianza, semplicemente così: come da tracce del Vangelo.

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Vorrei aggiungere qui un ulteriore spunto di riflessione.
Credo che un modo per approfondire, rimanendo in rispetto per un caso così forte e doloroso, sia la lettura di
"LO SCAFANDRO E LA FARFALLA"
di Jean-Dominique Bauby.
Mi è capitato di vedere il film tratto dal libro l'anno scorso. Immediatamente dopo, ho voluto leggere il libro.
Un modo per comprendere.
Per comprendere davvero.