martedì 13 gennaio 2009

Raccontarsi per gioco

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E’ stato un sogno. Un ampio castello di parole
in magico addentrarsi al ciglio ampio dei confini
ed oltre, consolidando il miraggio del sognato
in pagine di quotidiani appunti ed esperienze.

La soglia mi appariva sconfinata: un gioco
d’ombre e luci in prospettiva all’anima
vibrava al vento del tempo e dei ricordi
perdendosi in vasti arcobaleni di colori.

Lo specchio che rimanda la mia voce:
un nastro che reca inciso il mio passato.
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Conservo viva e intatta ogni emozione:
un fermo-immagine, linkato fra i pensieri.
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© Luciana
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2 commenti:

DR ha detto...

È un po' quello che ho postato oggi sul "canto delle sirene": scrivere significa addentrarsi in paesaggi sconosciuti, intraprendere un viaggio che forse non si sa dove ci porta, piccoli piccoli di fronte al mondo - come nella splendida fotografia - ma certi di trovare conforto e salvezza.

Auguri e complimenti anche per la prima candelina di questo tuo blog

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Quando ho composto questi versi, andavo riflettendo con un po' di nostalgìa su un'esperienza poetica web di una decina d'anni fa. Era stata davvero ricca, gratificante ed intensa - ma è entrata di diritto ormai soltanto nei ricordi (di quelli che non si cancellano mai: al contrario delle orme sul web)

A volte le strade intraprese si interrompono, deviano, si modificano.
Si aprono sempre altre opportunità, si cresce, si maturano sempre nuove esperienze.

Un posto fra i ricordi rimane però vivo, per le amicizie allacciate attraverso la lunga strada percorsa - e per i primi, più impacciati e più ingenui passi compiuti: che sono e restano colonna substrato, ai tracciati di nuovi cammini.